Un sabato a Città del Messico, Antonio Gonzàlez Mèndez e il programma del capodanno dell'EZLN
Girare per il "mostro magico" è sempre più un piacere ma il tempo delle passeggiate è breve perchè a giorni arriverà la sentenza della Corte Interamericana dei Diritti Umani sul caso Antonio Gonzàlez.
Un altro sabato interessante a Città del Messico. Mi sveglio presto come succede da un pò. Esco di casa e incontro Decio Machado. Vive in Ecuador, è un compagno con anni di esperienza e storia militante. Parliamo del Messico, dell’Ecuador e delle prossime elezioni, e un pò del mondo. E’ sociologo e giornalista, tra i fondatori della rivista Diagonal e quindi a quel che oggi è El Salto (diario). Lo saluto verso le 11.00 del mattino, lui va in aeroporto per tornare a Quito, io vado verso la libreria Volcana dove c’è Yayo Herrero. antropologa, insegnante, ricercatrice e attivista ecofemminista. Yayo risponde alla domanda “come gli ecofemminismi affrontano la crisi eco-sociale?”. La discussione è molto interessante e si articola su diversi fronti, l’ecologia, la critica al capitalismo, la riproduzione patriarcale del potere e delle visioni del mondo e soprattutto sulla necessità di una decolonizzazione di pratiche e pensieri che partano dalle esperienze del femminismo comunitario.
Alle 15.00 l’incontro finisce ed io cammino per Santa María La Ribera e scopro così un nuovo quartiere di questa città che per me è sempre più magica e sempre meno mostruosa per quanto il traffico, anche di sabato, è un qualcosa di terribile.
Anche in questi giorni la colonna sonora è la Cumbia….anche se nel bar dove mi fermo a fare pranzo viene improvvisato un dj set di musica house. Come tutti i sabato che ho passato qui si percepisce che dentro le case si svolgono feste e concerti. Anche se sono già iniziate le feste di natale, e di fatto nelle strade oltre alle luci si gioca alla pignatta. E’ tanto tradizionale che le le persone per romperla e prendersi le caramelle bloccano le strade. E chi guida non protesta, non suona il clacson. Una stranezza per la città.
Torno a casa presto e scrivo, sto seguendo la storia di 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐆𝐨𝐧𝐳𝐚́𝐥𝐞𝐳 𝐌𝐞́𝐧𝐝𝐞𝐳, base d’appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) desaparecido nel 1999. Antonio è uno degli oltre 117 mila desapaceridos che conta il Messico nella sua storia, Antonio è stato fatto sparire perchè zapatista. La sua sparizione è, secondo le denunce della famiglia e degli avvocati, responsabilità del gruppo paramilitare “𝘿𝙚𝙨𝙖𝙧𝙧𝙤𝙡𝙡𝙤, 𝙋𝙖𝙯 𝙮 𝙅𝙪𝙨𝙩𝙞𝙘𝙞𝙖”.
I paramilitari in Chiapas sono stati organizzati e organizzati dallo stesso governo del Messico per combattere l’EZLN. La paramilitarizazione dello stato arriva a seguito dell’insuccesso dei militari contro la rivoluzione zapatista. Nell’agosto del 2023 così Gilberto Lopez Y Rivas ricostruiva su La Jornada la questione “La pratica del paramilitarismo dura da vari decenni, a partire da una tattica militare di contro-guerrilla conosciuta come “incudine e martello”, secondo la quale l’Esercito e i corpi di polizia adottano una funzione passiva di forze di contenimento, che permettono di realizzare, in questo caso, la funzione attiva di aggressione contro l’EZLN e le sue basi d’appoggio da parte dei gruppi paramilitari (martello). A partire dallo scoppio della ribellione zapatista si sono ridefiniti i gruppi paramilitari.
Esiste così un elemento cruciale nella strategia contro-insurrezionale: l’azione dei paramilitari che sono usati per compiti che le forze armate preferiscono non realizzare direttamente. Questa è stata una tattica utilizzata in Guatemala, sebbene lì l’esercito abbia giocato direttamente un ruolo fondamentale nel genocidio compiuto contro gli indigeni. Nel conflitto guatemalteco, acuitosi nel decennio 1960, incontriamo quello che potrebbe essere il laboratorio di para-militarizzazione e militarizzazione del centroamerica e del Messico”.
La vicenda di 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐆𝐨𝐧𝐳𝐚́𝐥𝐞𝐳 𝐌𝐞́𝐧𝐝𝐞𝐳 è emersa con forza grazie alla perseveranza della moglie e delle figlie nel chiedere verità e giustizia. E’ da quasi 26 anni che la sua famiglia aspetta che lo Stato messicano faccia qualcosa di diverso dal negare le proprie responsabilità sul caso. Il 12 dicembre la Corte Interamericana dei Diritti Umani darà il suo verdetto al contenzioso tra la famiglia di Antonio e lo Stato del Messico, la Corte dirà se il Messico è responsabile della sparizione forzata di Antonio e della mancanza di indagini.
Proprio in questi giorni il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomè de Las Casas ha pubblicato un report sul fenomeno delle sparizione forzate in Chiapas, qui il link per scaricarlo in pdf: https://ia600304.us.archive.org/21/items/240411-informe-tocar-vacio-alta/240411_informe_tocar_vacio_alta.pdf
Il FrayBa, come tutte e tutti chiamano il Centro dei Diritti Umani, correla la drammatica situazione odierna del Chiapas con il suo recente passato, nella pagina web che presenta il report così scrivono “è importante aggiungere alla situazione attuale una questione storica in sospeso, quella della guerra di controrivoluzione seguita all'insurrezione armata dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). Il Centro per i diritti umani Fray Bartolomé de Las Casas ha registrato almeno 37 persone scomparse in questo contesto, oltre a 32 persone scomparse in combattimento rivendicate dall'EZLN. L'attuale governo morenista continua a venir meno al suo dovere di ricerca della verità, di giustizia e di piena riparazione.
Con Tocar el vacío (il nome del report NDR) cerchiamo di rendere visibile la scomparsa di persone in Chiapas e di generare riflessioni da cui partire per pensare a risposte collettive”.
E la situazione attuale in Chiapas è una situazione di violenza sistemica, in primis nei territori di confine tra Guatemala e Messico e quindi nella zona degli Altos (vicino a San Cristobal), una delle zone di maggior influenza e incidenza proprio dei gruppi paramilitari alla fine degli anni ‘90. Questi gruppi non sono mai stati smantellati e oggi sono il tramite, e base operativa, per il crimine organizzato. Il FrayBa denuncia una grave situazione di violenza nel municipio di Pantelhò. “È una zona segnata dalla violenza e dalla resistenza. Dal 2021 si sono verificati diversi episodi di violenza armata che hanno provocato lo sfollamento forzato di vari gruppi di indigeni.
Secondo le informazioni ricevute, il 3 dicembre, nelle prime ore del mattino, uno dei gruppi armati che si contendono il controllo della regione ha attaccato le comunità di San José Tercero, San Francisco e El Roblar, impiegando armi di alto calibro e facendo esplodere anche bombe. Alcune ore dopo, l'attacco si è esteso alle comunità di La Esperanza, Xixetik e San José del Carmen.
Le testimonianze affermano ripetutamente: “Fino a qui si sente sparare”; “Sentiamo molte esplosioni”; “Sentiamo che sono bombe”; “Abbiamo paura che entrino nella comunità lanciando proiettili”. Questo in aggiunta a video e audio che circolano sui media e a cui abbiamo avuto accesso che confermano la situazione.
In risposta alle aggressioni, il 4 dicembre il gruppo rivale è entrato nel capoluogo comunale di Pantelhó e ha occupato il palazzo municipale.
Questi eventi hanno avuto un forte impatto sulla popolazione civile. Da un lato, ci sono coloro che sono stati sfollati con la forza e, dall'altro, coloro che non possono lasciare le loro case per paura di essere vittime di un proiettile vagante. Inoltre, la popolazione civile non ha accesso al proprio territorio, ai propri campi e ai servizi di base come l'istruzione, la sanità e i trasporti. Secondo il CDH Fray Ba solo tra gennaio 2023 e giugno 2024, in Chiapas ci sono state 15.780 vittime di sfollamento forzato”. Solo gli ultimi avvenimenti hanno obbligato almeno 3.400 persone ad andarsene dalla propria casa.
Il gruppo di autodifesa “El Machete” e il gruppo criminale chiamato “Los Herrera” si contendono il potere a Pantelhó dal luglio 2021.
A Pantelhó non si sono svolte le elezioni del 2 giugno e quelle straordinarie del 25 agosto. Il 30 settembre lo Stato del Chiapas ha nominato un consiglio comunale, che però è stato rifiutato dalla maggioranza delle comunità perché composto esclusivamente da parenti e persone vicine a Los Herrera.
Ed in questo contesto di violenza l’EZLN, come raccontavo la scorsa settimana, ha confermato gli incontri di fine anno e i festeggiamenti per il 31esimo anniversario dell’inizio della rivoluzione.
Ecco a voi la traduzione in italiano del programma completo degli incontri:
PROGRAMMA DELLA PRIMA SESSIONE DEGLI INCONTRI INTERNAZIONALI
DI RESISTENZE E RIBELLIONI.
Tavoli e Relatori.
Di seguito il programma:
Sabato 28 dicembre 2024. Sede Cideci-Unitierra. SCLC, Chiapas, Messico.
Tavolo I: La tormenta: il crimine, il carnefice e le vittime.
Partecipano: Jorge Alonso, John Holloway, Carlos Aguirre Rojas e Iván Prado.
Ore 12:00 Sede Cideci-Unitierra. SCLC, Chiapas, Messico.
Tavolo II: La tormenta capitolo Messico: il delitto, il carnefice e le vittime.
Partecipano: Carlos González, Jacobo Dayán, Bárbara Zamora, Inés Durán e Raúl Romero.
Ore 16:00 Sede Cideci-Unitierra. SCLC, Chiapas, Messico.
Tavolo Ribellione e Resistenza Zapatista. Parte I
Genealogia del Comune Zapatista.
Subcomandante Insurgente Moisés e membri del CCRI-CG dell’EZLN.
La Torre di Vedetta: Un lungo sguardo verso ieri.
Capitán Insurgente Marcos.
Ore 19:00 Cideci-Unitierra. SCLC, Chiapas, Messico.
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Domenica 29 dicembre 2024. Sede Cideci-Unitierra. SCLC, Chiapas, Messico.
Tavolo Ribellione e Resistenze Parte II. Donne.
Partecipano: Anselma, compagna otomí della Casa de los Pueblos y Comunidades Indígenas “Samir Flores Soberanes”. Sylvia Marcos. Comandantas del CCRI-CG dell’EZLN e autorità delle Assemblee dei Collettivi di Governo Autonomi Zapatisti.
Ore 12:00 Cideci-Unitierra. SCLC, Chiapas, Messico.
Tavolo Ribellione e Resistenza Zapatista. Parte III.
I Primi Passi del Comune Zapatista.
Subcomandante Insurgente Moisés, membri del CCRI-CG dell’EZLN e promotrici e promotori del Sistema di Salute Autonomo Zapatista.
La Torre di Vedetta: Segnali per il domani.
Capitán Insurgente Marcos.
Ore 17:00 Cideci-Unitierra. SCLC, Chiapas, Messico.
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Festival Culturale Zapatista e firmatari della Dichiarazione per la Vita.
Da lunedì 30 gennaio a mercoledì 2 gennaio 2025 compreso. Caracol di Oventik.
“Il Collasso e il Giorno Dopo. Le Parti e il Tutto”.
Opera Teatrale in 12 atti.
Ragazzi e ragazze dei 12 caracol.
Spettacoli artistici di danza e musica dei firmatari della Dichiarazione per la Vita
e dei compagni musicisti zapatisti.
Ballo di fine anno 2024 e inizio 2025.
dal 31 dicembre al 1° gennaio.
Ed il tempo del Diario Latino:
Perù: La presidentessa del Perù, Dina Boluarte, ha “festeggiato” i due anni di governo da quando è succeduta, con un golpe bianco, a Pedro Castillo - spodestato dopo un fallito colpo di stato. La presidentessa ha definito “intolleranti” coloro che hanno chiesto le sue dimissioni nel corso di proteste che hanno causato decine di morti.
Secondo Datum International Boluarte gode del 3% di popolarità, il dato più basso per un presidente peruviano dal 1980. La presidente sta affrontando indagini giudiziarie per presunta corruzione, a cui non ha fatto riferimento nel suo discorso.
Argentina: Il presidente argentino, Javier Milei, ha auspicato mercoledì, durante la Conservative Political Action Conference (CPAC) di Buenos Aires, una “internazionale di destra” con l'Argentina come “faro” per “illuminare” l'Occidente e il mondo.
Il 10 dicembre si compirà il primo anno di governo del turbo-capitalisa.
Secondo Milei il pianeta “sta affrontando un cambiamento epocale”. Durante il suo discorso, che ha concluso una CPAC Argentina 2024 segnata dalla presenza di leader di estrema destra americani ed europei, ha anche sottolineato: “Oggi si è aperta l'opportunità per il mondo, con Donald Trump, Bukele e noi qui in Argentina, di respirare nuovi venti di libertà”.
Honduras: Lavoratori e lavoratrici della Cervecería Hondureña hanno annunciato l'inizio di uno sciopero a partire dalle ore 01:00 di sabato 7 dicembre, in risposta a quelle che considerano ingiustizie lavorative e insicurezza del posto di lavoro perpetrate dalle transnazionali dell'industria delle bevande.
Carlos H. Reyes, leader del Sindacato dell'Industria delle Bevande e Industrie Affini (STIBYS), ha confermato “Lo sciopero alla Cervecería Hondureña è giusto, legale e patriottico”.
Colombia: Il Ministero del Lavoro ha pubblicato un invito alla commemorazione del 96° anniversario del massacro delle piantagioni di banane di Ciénega, Magdalena, perpetrato dall'esercito colombiano in difesa degli interessi della United Fruit Company (oggi Chiquita Brands).
Il Ministero sottolinea che l'evento si svolge “nel quadro della riflessione storica sulla violenza contro il movimento operaio e sulla riparazione del movimento sindacale”.
Aggiunge che “in questo spazio speriamo di condividere con voi le esperienze e le riflessioni di importanti registi, analisti politici, dirigenti sindacali e storici, con l'accompagnamento speciale di María Tila Uribe”, fondatrice del collettivo María Cano in onore dell'eroina politica e sindacale del XX secolo.