Josè e Andres sono liberi. La giustizia zapatista è più forte delle falsità di istituzioni e media
Dopo una settimana di detenzione e 55 ore di desaparecion i due compagni zapatisti sono nuovamente liberi, ma vi racconto anche dell'incontro tra Samir e la famiglia di Samir Flores.
Samir ha conosciuto la famiglia di Samir Flores Soberanes. E' successo il 3 maggio, nel 19esimo anniversario della repressione di San Salvador Atenco. Nel 2006 una violenta operazione di polizia attaccava chi ad Atenco si opponeva alla costruzione del nuovo aeroporto, 206 arrestati, 3 persone uccise, feriti, torture, arresti arbitrari, violenze sessuali, almeno 11 quelle denunciate da 11 attiviste fermate.
L'incontro c'è stato un paio di giorni dopo che a Cuernavaca, capitale dello Stato del Morelos – lo stato di Emiliano Zapata, davanti al palazzo del governo della città è stato messo un busco che ricorda Samir Flores. Durante la manifestazione del 1 maggio, arrivati allo Zocalo della città che Cortez scelse per vivere e governare nel pieno della colonizzazione, decine di persone si sono fermate e con pale e picconi hanno scavato una buca rimpieta con un pilone bianco di cemento. Su questo è stato messo il busto di Samir Flores Soberanes.
E' stato emozionante e semplice allo stesso tempo. Samir ha giocato con il figlio più piccolo di Samiri Flores, si è divertito. A suo modo ha sentito il peso dell'emozione, soprattutto nel viaggio d'andata. Una giornata in “famiglia” parlando di vita, lotta, speranze, futuro. Abbiamo mangiato uno spettacolare pozole bianco, una zuppa tipica a base di maiale. Eravamo in 7 e hanno portato 7 kg di pozole.
Amilcingo è una comunità speciale, resistente, radicale. La radio fondata da Samir esiste ancora, è portata avanti da nuove persone, ha un nuovo nome. C’è una scuola a lui intitolata, ci sono murales di lotta, e non, per tutto il paese. Come dopo la sua morte si disse “Samir non è morto, si è moltiplicato”, una delle sue moltiplicazioni è nel nome di mio figlio.
Kinoch e Samir hanno fatto il bagno, mangiato patatine, corso con i cani. Kinoch ha insegnato a Samir come non far arrabbiare i cani di un vicino amico dove abbiamo passato il pomeriggio tra chiacchiere, risate, una tostadas e i ricordi.
Il 2 maggio i due compagni zapatisti arrestati, ingiustamente, il 25 aprile in Chiapas sono stati rilasciati. Una storia terribile che porta l'orologio della storia agli anni '90 del secolo scorso quando esercito e polizia attaccavano direttamente l'autonomia zapatista, negli anni poi sono stati utilizzati i gruppi parimilitari e ora i gruppi del crimine organizzato per repremire l'esperienza rivoluzionaria targata EZLN.
Il Centro dei Diritti Umani Fray Bartolomè de Las Casas ha evidenziato come l'arresto di Josè e Andres rappresenti “un attacco diretto al movimento zapatista e al territorio dove si costruisce l'Autonomia e l'Autodeterminazione, nella persistente lotta per la Vita e il Comune”.
Non solo, Il caso non è altro che un nuovo esempio “della strategia di criminalizzazione utilizzata dalla Procura Generale dello Stato del Chiapas, che fabbrica prove e accusa ingiustamente persone innocenti, mentre i veri responsabili restano impuniti. Questo attacco non solo viola i diritti individuali di José Baldemar e Andrés, ma costituisce anche un'aggressione al territorio e all'autonomia del popolo zapatista”. Arresti arbitrari e pretestuosi sono all'ordine del giorno in Messico, la rete Todos los derechos pera todas y todos” denunciava che nel solo 2021”c'erano 94.547 persone private della libertà senza una sentenza; in altre parole, il 43% della popolazione carceraria era in detenzione preventiva. Di queste, 12.358 erano per reati federali e 82.189 per reati ordinari, secondo i dati diffusi dal Ministero dell'Interno (SEGOB)”. Nel 2022 sono stati ben 2.685 i prigionieri e/o le prigioniere ad aver ritrovanto la libertà perché ingiustamente incarcerati o in virtù della legge di amnistia promossa dall'allora presidente.
L'irruzione militare in terra zapatista, con 39 mezzi militari, ha però mostrato la forza di reazione dell'EZLN. Josè e Andres erano accusati di sequestro di persona, l'auto-governo zapatista, in una settimana, ha trovato chi aveva commesso il reato, ha consegnato due persone (reo confesse) alle autorità e svelato l'operazione che le istituzioni del Chiapas e del Messico avevano mosso contro l'esperienza rivoluzionaria. Una prova di forza da una parte, mentre il governo ha mostrato, nuovamente, la sua anima e come il progetto politico di Andres Manuel Lopez Obrador veda nelle sua opposizioni a sinistra un nemico più di quanto lo si veda nella destra.
Facile però aspettarsi un cambio di politica statale e federale. Difficile pensare che sia stato un errore ma più semplice immaginare che sia stato un segnale....che arriva a poche settimana dall'esplicitata volontà di riprendere il progetto, inutile, dell'autostrada Palenque – San Cristobal.
Samir Flores avrebbe attivato tutto se stesso per chiedere la liberazione dei due compagni, avrebbe denunciato le mosse del governo, non sarebbe stato zitto come invece molta, troppa, gente fa in Messico per evitare di perdere finanziamenti, posizioni di privilegio o comodo, concesse da Morena. La cooptazione passa anche da questo.
Tra un mese sono in Italia, i racconti del Finestrino cambieranno colore, ma non vi abbonderanno!
Ed ora è il momento, a grande rischiesta, del DIARIO LATINO
Ecuador: L'appena rieletto presidente dell'Ecuador, Daniel Noboa, ha incontrato a Gerusalemme il suo omologo israeliano, Isaac Herzog, per rafforzare la cooperazione in settori quali la tecnologia, la difesa e la sicurezza. L'incontro con il governo terrorista di Israele è la quarta tappa del tour internazionale di Noboa, che prima ha visitato il Vaticano, la Spagna e gli Emirati Arabi Uniti e che nei prossimi giorni proseguirà in Arabia Saudita, Regno Unito e Francia.
Salvador: Il direttore di El Faro, Carlos Dada, ha denunciato la possibile azione della Procura Generale di El Salvador contro la testata. Secondo Dada la procura “sta preparando mandati di arresto” per i giornalisti che hanno lavorato a un'intervista, pubblicata questa settimana, con un capo banda che sostiene che il governo di Nayib Bukele “ha fatto un patto” con uno di questi gruppi criminali.
Bolivia: Un giudice di La Paz ha deciso di mantenere attivo il mandato di arresto contro l'ex presidente boliviano Evo Morales (2006-2019) per un caso di presunta tratta di esseri umani aggravata, nonostante mercoledì scorso un giudice di Santa Cruz abbia annullato l'ordine affinché il caso potesse proseguire a Cochabamba, roccaforte politica e sindacale dell'ex presidente.
Morales si è ricandidato come presidente, accrescendo le tensioni nel paese e marcando una drammatica ossessione di potere.
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